Quando ho ricevuto questo documento, ho indugiato un pochino, dato che ci sono un po’ di provocazioni qua e la’ alle quali non sono in grado di mettere un nome e un cognome. Ho pubblicato lo stesso, nella consapevolezza che molti lettori saranno perfettamente in grado di dare un senso piu’ compiuto a queste parole.
Per parte mia, in questo post risulto come puro commentatore, e i miei commenti sono i seguenti:
– puo’ essere vero che vendemmie piu’ abbondanti di quella del 2007 siano auspicabili (ma quanto sara’ stata questa 2007?). Sono pero’ convinto che vendemmie superiori ai 45-46m/hl non siano auspicabili, in quanto si “ritorcono” contro i produttori stessi, richiamanto sovvenzioni pubbliche che potrebbero essere altrimenti investite.
– sottoscrivo in pieno la considerazione sugli USA, che sono il mercato per eccellenza del vino di qualita’ italiano. A quanto posso vedere relativamente ad altre aziende (di altri settori) che vendono molto laggiu’, dobbiamo incrociare le dita: c’e’ piu’ di un timore che il mercato possa cominciare a tirare qualche colpo di tosse.
– il calo del consumo di vino e’ un male per l’industria in generale ma non per i produttori di vino di qualita’, i cui prodotti sono soggetti a significativi incrementi di domanda (vedere i prezzi delle recenti annate di grandi vini francesi per credere).
– “l’inettitudine e la furbizia italiana del rinvio” sono purtroppo dei mali che non credo nemmeno le mie figlie riusciranno a vedere guarite…
Aggiungo il desiderio n.11
Che nel quadro dell’industria italiana del vino emergano delle realta’ imprenditoriali in grado di consolidare un settore fatto di troppe aziende piccole, che di qui a qualche anno dovranno confrontarsi con dei giganti di ambizione globale. Chi legge questo blog, sa bene di chi stiamo parlando…
Marco Baccaglio